Buongiorno, è venerdì 18 novembre, il caffè è amaro, com’ adda’ essere, e state leggendo Politeia…
Di solito comincio così le condivisioni che abitano la rubrica ‘Na tazzulella ‘e café che, con la sua coinquilina Caffè fotografico, rubrica di Alice Ponti, fotografa e creator, dà vita al mio blog Thalleìn…
Politeia (πολιτεία) è un termine che affonda le sue radici nel greco antico e che noi abbiamo la tendenza di tradurre in italiano con Costituzione, ma che ha un significato molto più ampio e complesso: un’unica parola che accoglie in sé “i concetti di forma di stato e forma di governo, intese come forme di distribuzione del potere e modalità di accesso alle cariche politiche”.
Per i greci, esso indica al tempo stesso il regime politico, il corpo civico ed il diritto di cittadinanza, nozioni strettamente interconnesse tra loro: cittadino (polítēs) è colui che partecipa alla Politéia (come osserva Aristotele nella Politica), “il cittadino in senso assoluto non è definito da altro che dalla partecipazione alle funzioni di governo e alle cariche pubbliche”.
Con il passare degli anni la Politeia assunse, all’interno della polis, una sempre maggiore importanza: nel IV secolo a.C. Isocrate la definì come “anima della città”.
Mi impegnerò ogni venerdì a fare il punto della settimana politica italiana, con uno sguardo capace, se necessario, di andare oltre i nostri confini perché contrariamente a ciò che sostengono coloro che vogliono fare il Liceo del Made in Italy (lo scrivono però in inglese), quel che accade in Europa e nel mondo riguarda le vite di ciascuno di noi.
Venerdì prossimo, 25 novembre, cominciamo davvero…nel mentre trovate un assaggio di ciò che vorrei fare qui.