22 Dicembre.
Ultimo giorno di scuola.
Sulla lavagna, il puzzle di disegni racconta metà classe, in un momento unico.
In basso a sinistra, il genio di Marco Pe. crea un volto barbuto con le rughe scavate e gli occhi grandi, che sembra stia per prendere vita.
La scritta Merry Christmas è doppiata con più colori da Alessia e Caterina, incollata ad una figura buddhista, con le forme tondeggianti, le braccia conserte e il cappello natalizio, mixando culture indie-pop.
Nel centro, un grande albero: Gabriele ha la passione per la natura e tutta la mano – non solo il pollice – verde.
Quei gessetti si consumano sui rami e sugli aghi di un abete bianco, addobbato con le intuizioni grafiche di Sofia, sotto cui Aurelio "ripone" gentilmente una serie di pacchi regalo.
Subito a destra, Carolina disegna un elfo manga style, con un espressione da sornione: ruberà qualche presente?
Tutto a destra, Ali e Syed si cimentano in un terribile Babbo Natale, che sembra un graffito del primo paleolitico. Artisti si nasce, a volte si diventa. Loro faranno altro.
Ma firmano quel primo lavoro con un certo orgoglio.
Palle di Natale e rifiniture varie (ghirlande, torte, addirittura una bottiglia di Bonarda – è proprio scritto – che schizza fuori dal collo di vetro) riempiono gli spazi vuoti, con le scritte di rito.
Buone feste, Merry Xmas, Happyness… From 3D.
Nel mentre, Emily e Rachele mi stanno raccontando i loro programmi festivi:
- Capodanno con i parenti, che palle!
- Io ho un bellissimo pastore tedesco, vuole vedere una foto?
Eleonora si racconta alla Prof.ssa di tedesco: sedute entrambe alla cattedra, aprono finestre su fatti privati, chissà.
Christian, MarcoPi, Brendon e Lorenzo giocano con delle monete a colpirsi le nocche: Fabio fa la telecronaca splatter. Ancora lontani, per loro, i giorni dei teneri corteggiamenti. Almeno, così danno a vedere.
Marco ben camuffa questi primi sentori: pochi minuti prima si è avvicinato e mi ha confessato:
- Prof., questo è per X. Mi vergogno. Glielo consegna Lei, per favore?
- Marco! È un bel pensiero da parte tua, fatti coraggio e vai ora, che è da sola. Apprezzerà.
- No Prof., non riesco. Vada lei. Dai, Prof.!
- Vieni con me.
Nel frastuono generale, ci siamo avvicinati alla puella presa in uno dei pochi momenti in solitaria e, dopo un colpo sulla spalla del buon Marco, mi sono eclissato:
- Tieni, questo è per te. – la sua voce finge sicurezza e non curanza.
- Eh? Ah.. Grazie!
Poi la fuga vigliacca a giocare con i pezzi di rame.
È pur sempre un primo passo.
La realtà è scadente. Loro no!
Quello che c'è fuori scuola è (spesso) scadente; quello che sta dentro no!
Questo capitale umano, questo materiale emotivo, questo insieme singolo, plurale e collettivo va tutelato e difeso.
È una battaglia troppo importante per lasciarla al caso.
Non è una responsabilità esclusiva che pende su di noi, docenti e studenti a nostra volta, ma è pur sempre una responsabilità. L'unica occasione per un futuro valente, e una realtà che non deluda più.
Magari non per noi, ma per loro!
Buone feste!
P.S.: l'immagine è stata rielaborata; la foto originale la custodisco gelosamente nella galleria del mio smartphone