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Temo che un sogno così...

di Francesco Di Donna08/02/23
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Tempo di lettura 3 minuti

Febbraio 2020.
Voglio condividere sulla mia Thèa un ragionamento, che mi porto dentro nei tanti anni di studio.
Non è un testo morbido, ma devo arrivare al lettore.
Mi serve un cavallo di Troia.
Un buon titolo.
Una buona storia.
Anzi, l'ora di Storia.

Sta per cominciare il Festival di Sanremo, sarà il trend topic per parecchi giorni.
Difficile creare interesse, a meno che... "Temo che un sogno così...".
Non "penso", ma "temo". Mi scuserà Modugno, ne sono certo.
Questo tempo porta con sè timori e dubbi.
Così pubblico il pezzo.

Corre Febbraio 2023 e al suo tramonto sarà passato un anno dallo scoppio della nuova guerra nell'est.
"Terminerà a Maggio", dicevano: un programma di morte a tempo determinato.
Quasi a renderlo più accettabile. Non sarebbe stato così.
E comunque non è stato rispettato.
Un altro anno di guerra.

E mi ritorna in mente con una certa forza "Temo che un sogno così...".
Perché se c'è una cosa che l'Uomo fa proprio fatica ad assimilare e accomodare
è la Lezione di Storia, con i suoi corsi e ricorsi.
E allora serve un bel ripasso.
Ripubblico e aggiorno.

---

Dimmi che cosa ricordi, e capirò chi eri
Spiegami la tua idea di mondo, e capirò chi sei
Raccontami che cosa sogni, e capirò chi sarai

Questa notte ho sognato la classe dell’umanità,
seduta in silenzio durante l’ora di Storia,
che imbarazzata riflette sui disastri commessi
durante deliri di potenza,
tra ideali sbagliati, diritti negati, distacchi forzati,
torture spietate, notti di botte e viaggi di morte.

Così, l’ufficiale tedesco nazista si inginocchia ai piedi delle sue vittime e chiede scusa
per la Shoah, per i gas, per i forni.
Così, il partigiano jugoslavo comunista si inginocchia ai piedi delle sue vittime e chiede scusa
per i campi di prigionia, per gli eccidi delle foibe.
Così, il dittatore argentino e quello cambogiano si inginocchiano ai piedi delle loro vittime e chiedono scusa
per i sequestri, per i garage, per le torture, per i voli della morte.
Così, il soldato incerto si inginocchia ai piedi delle sue vittime e chiede scusa
per la guerra che non ha chiesto, per la causa che non voleva sposare, per quella volta in cui non voleva sparare.
Così, il cecchino fanatico si inginocchia ai piedi delle sue vittime e chiede scusa
per le morti per gioco e i colpi a punteggio.

Così, il terrorista si inginocchia ai piedi delle sue vittime e chiede scusa
per l’ideale che è scoppiato con le sue bombe, che è caduto con il suo aereo.
Così, il trafficante di vite si inginocchia ai piedi delle sue vittime e chiede scusa
per il disagio ignorato, per la pietà negata.
Così, il mafioso si inginocchia ai piedi delle sue vittime e chiede scusa
per la violenza prepotente di proiettili e tritolo.
Così, il bullo si inginocchia ai piedi delle sue vittime e chiede scusa
per i gesti aggressivi e i ricatti continui.
Così, il razzista si inginocchia ai piedi delle sue vittime e chiede scusa
per le parole di odio e le definizioni discriminanti.

Così, i mercenari e le milizie russe si inginocchiano ai piedi delle loro vittime e chiedono scusa
per la carneficina in Ucraina.

L’oppressore, in tutte le sue forme, prende coscienza di sé e chiede scusa, ma non basta.
Nulla cancellerà le sue azioni,
e l’ora di Storia sarà lì,
pronta a imbarazzarlo, per sempre.
Così come le azioni che ha compiuto saranno impresse in eterno
sul corpo e nell’anima dell’oppresso.
Ma c’è una cosa che l’oppressore deve fare,
per rendersi almeno credibile agli occhi della classe dell’umanità:
educare i suoi figli* a non commettere -mai più- i suoi errori.

Deve chiedere scusa, senza pretendere il perdono,
e porsi come esempio sbagliato, da disprezzare.
Solo allora si potrà apprezzare il suo tentativo di partecipare
alla costruzione di una rinnovata idea di mondo
nata sul ricordo degli errori del passato
coltivando il sogno di un futuro migliore.

Questa notte ho sognato la classe dell’umanità,
seduta in silenzio durante l’ora di Storia,
che imbarazzata riflette sui disastri commessi
durante deliri di potenza,
tra ideali sbagliati, diritti negati, distacchi forzati,
torture spietate, notti di botte e viaggi di morte.

E temo che un sogno così non ritorni mai più, né diverrà realtà.

*si intendano le nuove generazioni
---

Corre Febbraio 2023: quel sogno non è tornato, né è diventato realtà.
Ma tra poco entro in classe, è l'ora di Storia.

 

Credit: Jon Tyson su Unsplash

Scritto da

Francesco Di Donna

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