Capita almeno una volta nella vita, nello svolgimento di un’attività, di avere la convinzione di essere capaci e poi scoprire di non avere alcuna abilità. Sebbene spesso si ha un’opinione positiva delle proprie capacità in vari ambiti sociali e intellettuali, alcune persone valutano erroneamente il proprio livello di competenza, credendolo molto più alto di quanto in realtà non sia. Tale fenomeno prende il nome di effetto Dunning-Kruger, dai socio-psicologi che per primi osservarono il fenomeno.
“Se mi chiedete quale sia la singola caratteristica che renda una persona soggetta a questo autoinganno, io direi che è respirare” (David Dunning)
L’effetto Dunning-Kruger è definito come una distorsione cognitiva ipotetica, a causa della quale individui poco esperti in un campo tendono a sopravvalutare le proprie abilità, autocelebrandosi esperti in materia.
Lo studio iniziò nel 1995 a Pittsburgh. Il quarantacinquenne McArthur Wheeler decise di rapinare due banche nello stesso giorno. Non indossava una maschera o altri tipi di travestimento, pur sapendo che ci fossero delle telecamere a riprenderlo. Più tardi, dopo essere stato arrestato e sottoposto ai video di sorveglianza, Wheeler esclamò con incredulità di essersi messo un succo in faccia con la convinzione che ciò l’avrebbe reso invisibile alle telecamere. La convinzione derivava da un’esperienza che aveva avuto poco tempo prima; un amico gli aveva mostrato che scrivendo su un foglio alcune parole utilizzando succo di limone, la scritta rimaneva invisibile fino a quando non la si avvicinava a una fonte di calore. Dunque, McArthur era convinto che per via del succo sul viso, lontano da fonti di calore, non sarebbe stato visibile. Prima delle rapine, egli aveva provato a scattarsi una foto, ma aveva sbagliato mira fotografando il soffitto. Dunque, nella fotografia non apparve e ciò gli confermò la teoria dell’invisibilità. Importante è sottolineare come il rapinatore fosse completamente lucido e non sotto l’effetto di stupefacenti o alcool.
David Dunning e Justin Kruger per approfondire questo fenomeno compirono degli studi su un gruppo di studenti. Essi sottoposero gli studenti a una serie di domande su tre diversi campi: umorismo, grammatica e ragionamento logico. Prima di eseguire il test, gli studenti dovevano esprimere il loro grado di competenza in ognuno dei tre campi. I risultati furono pubblicati nel 1999. Emerse che i soggetti meno competenti si autovalutavano molto al di sopra delle proprie capacità. Al contrario, i soggetti molto competenti si valutavano leggermente al di sotto. Una volta scoperto il proprio punteggio nei test effettuati, ai soggetti fu chiesto di autovalutarsi nuovamente. I peggiori tra gli studenti non cambiavano la propria valutazione, mentre i migliori aumentavano la classificazione che si erano assegnati.
I due studiosi giunsero alle seguenti conclusioni:
Questi risultati possono essere descritti perfettamente dalla frase di William Shakespeare “Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio”. Da quest'affermazione si evince come la concezione dell’ignorante che vuole sempre aver ragione è storicamente sempre presente. Tutti noi potremmo essere vittime di una percezione distorta. Gli esperti consigliano di cercare di essere consapevoli innanzitutto dell’esistenza di questo pregiudizio cognitivo, di essere aperti al dubbio, ed evitare di imporre il proprio punto di vista accettando anche quello altrui. Per ottenere una valutazione più realistica delle proprie capacità è importante avere una formazione continua, senza presumere di sapere già tutto su un argomento. Una strategia efficace consiste nel chiedere agli altri critiche costruttive. La differenza tra le persone competenti e non, è che le persone più competenti, una volta ricevuto un feedback appropriato, possono modificare, ed effettivamente modificano, la propria autovalutazione, mentre gli individui incompetenti spesso non ci riescono.