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La valutazione psicosociale della capacità genitoriale

di Giancarlo Stefanino27/02/24
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Tempo di lettura 6 minuti

La capacità genitoriale rappresenta il risultato del passaggio da un generico concetto di ‘idoneità genitoriale’, che definisce un individuo idoneo a prendersi cura, alla specifica contestualizzazione, ovvero individuo non solo adatto ma capace di fare il genitore di quel figlio in quel contesto. La valutazione della capacità genitoriale è un’attività diagnostica che riguarda due versanti: genitori e bambino e la loro relazione. Questo tipo di valutazione è solitamente richiesto in contesti come casi di affidamento dei minori, adozione, custodia condivisa o casi di abuso o maltrattamento infantile.

I criteri   presenti   in   letteratura   per   la   valutazione   della   genitorialità   riguardano   i concetti di Parenting e di funzione genitoriale, ovvero, lo studio delle abilità cognitive, emotive e relazionali alla base di tali funzioni.

IL CONCETTO DI PARENTING

Il Parenting può essere definito come l'insieme di comportamenti, strategie educative, modelli di relazione e influenze culturali e sociali che i genitori utilizzano per guidare e formare i loro figli. È un processo dinamico e in continua evoluzione che si adatta alle esigenze e alle caratteristiche individuali dei bambini, nonché ai valori culturali e sociali.

Bornstein classifica il Parenting come una competenza articolata su tre livelli.

  • La prima dimensione che caratterizza il comportamento genitoriale è la responsività, ovvero la sensibilità e la capacità di rispondere ai bisogni del bambino in modo tempestivo ed efficace. I genitori responsivi sono empatici e attenti alle esigenze del loro bambino, fornendo supporto emotivo e fisico quando necessario. Questo tipo di genitorialità è associato a un miglior sviluppo emotivo e sociale del bambino, poiché si sentono sicuri e amati.
  • Un secondo livello riguarda lo stile di controllo, che riflette il grado di supervisione e regolamentazione imposto dai genitori sul comportamento del bambino. Bornstein distingue tra due tipi principali di controllo: il controllo comportamentale, che riguarda le regole e le aspettative imposte ai bambini, e il controllo psicologico, che riguarda la manipolazione delle emozioni o delle percezioni del bambino. Un controllo moderato è generalmente considerato benefico per lo sviluppo del bambino, mentre un eccesso di controllo può portare a sentimenti di rabbia, ribellione o ansia.
  • Infine terza dimensione è la richiesta di maturità, ossia le aspettative e le richieste che i genitori pongono sui loro figli per crescere, apprendere e assumersi responsabilità. Bornstein suggerisce che i genitori dovrebbero impostare aspettative realistiche e progressivamente più elevate per i loro figli, incoraggiandoli a sviluppare autonomia e competenze.

Il processo di Parenting per Bornstein è dunque bidirezionale: l'interazione tra genitori e figli è reciprocamente influenzata. I genitori influenzano lo sviluppo dei loro figli, ma allo stesso tempo sono influenzati dalle risposte e dalle caratteristiche dei propri figli. Questo modello sfida l'idea tradizionale di Parenting come unidirezionale, in cui i genitori agiscono principalmente come agenti di socializzazione per i loro figli. Inoltre è un processo che considera il contesto sociale, culturale ed economico in cui si verifica, per cui non esiste un unico concetto di Parenting ma è necessario adottare un approccio personalizzato.

LE FUNZIONI GENITORIALI

Le funzioni genitoriali si riferiscono a una serie di ruoli e compiti che i genitori svolgono per fornire cura, sostegno e orientamento ai propri figli. Queste funzioni sono fondamentali per il benessere e lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti. Secondo una visione dinamico-evolutiva la genitorialità è definita come una funzione autonoma e processuale dell'essere umano, che può variare e plasmarsi in base a diversi fattori culturali, sociali ed economici. Generalmente questa competenza comprende alcuni compiti specifici.

  • Fornire cure fisiche. Questo coinvolge soddisfare i bisogni fisici fondamentali dei bambini, come nutrire, vestire, dare riparo e garantire cure mediche quando necessario.
  • Offrire sostegno emotivo. I genitori devono essere in grado di riconoscere e rispondere ai bisogni emotivi dei loro figli, fornendo conforto, incoraggiamento, supporto affettivo e una presenza stabile durante momenti di stress o difficoltà.
  • Stimolare lo sviluppo cognitivo. Questo comprende l'offerta di opportunità di apprendimento, la promozione della curiosità, l'incoraggiamento alla creatività e all'esplorazione, e la partecipazione attiva nell'educazione dei propri figli.
  • Insegnare valori e norme sociali. I genitori hanno il compito di trasmettere ai loro figli i valori morali, etici e culturali della società in cui vivono, oltre a insegnare loro le regole sociali e il rispetto per gli altri.
  • Impartire disciplina. Questo coinvolge stabilire limiti e regole chiare, impartire conseguenze appropriate per il comportamento negativo, e insegnare l'autodisciplina e la responsabilità personale.
  • Fornire un ambiente sicuro e stabile. I genitori devono creare un ambiente domestico sicuro, stabile e amorevole in cui i loro figli possano crescere e svilupparsi senza timori o preoccupazioni e con la certezza di essere amati e protetti.
  • Favorire l'autonomia. È importante che i genitori aiutino i loro figli a sviluppare una sana autonomia, incoraggiandoli a prendere decisioni, risolvere problemi e assumersi responsabilità gradualmente in base alle loro capacità e al loro sviluppo.
  • Essere un modello positivo. Infine, i genitori devono agire come modelli positivi per i loro figli, mostrando comportamenti sani, comunicando in modo efficace, e dimostrando rispetto, gentilezza e compassione verso gli altri.

CARATTERISTICHE SPECIFICHE DI VALUTAZIONE

Diversi studi presenti in letteratura hanno evidenziato come esistano alcune caratteristiche afferenti al genitore, al bambino e al contesto che sono in grado di influenzare il corretto esercizio del ruolo parentale. Questi fattori richiedono particolare attenzione nella valutazione della capacità genitoriale perché possono produrre sia effetti negativi (fattori di rischio) che positivi (protettivi) e generalmente non sono statici, ma modificabili nel tempo. 

Tra le caratteristiche del genitore che necessitano un’attenta valutazione vi sono l’età, la personalità, la salute fisica e mentale, comportamenti devianti e utilizzo di sostanze.

Gli aspetti del bambino da valutare sono l’età (correlata a specifici bisogni evolutivi), il temperamento infantile e la personalità, la salute psichica e fisica e comportamenti problematici.

Infine, il contesto esercita un impatto sulla genitorialità in riferimento allo status socioeconomico, al clima familiare e alle figure di supporto. 

Ogni caratteristica nell’interazione tra genitore, bambino e contesto ha un impatto specifico differente, sia in termini positivi che negativi. Il peso di una singola caratteristica può essere talmente rilevante che tale caratteristica da sola può produrre un effetto negativo che non riesce ad essere compensato in maniera efficace da nessun fattore positivo presente.

CRITERI DI VALUTAZIONE E IL MODELLO PROCESS-ORIENTED

La letteratura moderna fornisce quattro criteri di valutazione generali da cui iniziare un'analisi. Verificare se quel genitore con quel figlio in quel contesto:

  1. Ha come ultimo scopo quello di prendersi cura, generando autonomamente le funzioni genitoriali minime e necessarie, nelle diverse situazioni e nei momenti opportuni (Criterio del genitore psicologico)
  2. Riesce a elaborare una risposta critica e autentica a partire dai bisogni esplorati del figlio (Criterio della riflessività)
  3. Adotta gli scopi e gli interessi del figlio come se fossero propri, senza vantaggi né compensi, favorendone la realizzazione. (Criterio del desiderio autentico del figlio)
  4. Ha un'influenza positiva, inducendo il figlio a perseguire uno scopo per il proprio benessere. (Criterio dell'accesso)

Partendo da questi criteri generali, il modello Process-Oriented si occupa della valutazione genitoriale individuando eventuali situazioni di rischio per il bambino. Il modello valorizza i fattori individuali (biologici, genetici, psicologici), i fattori familiari e sociali, i fattori culturali e ambientali e le loro reciproche interazioni riguardo al funzionamento genitoriale. Non può essere corretta una valutazione del funzionamento genitoriale basato su un'unica dimensione.

L’adattamento è garantito quando vi è prevalenza di fattori protettivi che possano contrastare i fattori di rischio derivanti da stress e difficoltà dei genitori, consentendo a quest'ultimi di rispondere adeguatamente alle esigenze connesse alla crescita dei figli. Nell'adattamento disfunzionale coesistono fattori protettivi e di rischio, o peggio quest'ultimi sono prevalenti. Il rapporto di causalità lineare tra rischio e mancato adattamento è dunque superato, inserendo l’aspetto dinamico dei fattori protettivi che possono ridurre l’impatto di quelli negativi.

Oltre ad individuare queste caratteristiche, viene introdotto nel processo di valutazione il concetto di resilienza, inteso come processo in cui i fattori protettivi si attivano, diventando parte di un processo compensatorio che serve a promuovere l’adattamento. Per approfondire i fattori di rischio e i fattori protettivi viene utilizzato il costrutto di fattori distali e prossimali (Baldwin e al. 1990). I fattori di rischio distali riguardano quelle caratteristiche sociali e culturali che interagiscono indirettamente con le situazioni della vita quotidiana e che provocano fragilità e debolezze, rendendo le famiglie e i genitori più vulnerabili. I fattori prossimali emergono dall’esperienza diretta e quotidiana, sono di tipo cognitivo, relazionale ed emotivo, e possono avere un influenza sia positiva che negativa.

Integrando i criteri generali con il modello Process-Oriented la capacità genitoriale può essere considerata piena, esclusa o condizionata. Sarà "piena" quando i fattori protettivi sono prevalenti, dunque la genitorialità soddisfa tutti i criteri generali. Va considerata "esclusa" quando uno o più criteri sono insoddisfatti, la prevalenza di fattori di rischio rende improbabile il cambiamento e i fattori protettivi non riescono a compensare. Infine, è "condizionata" la capacità genitoriale che nonostante non soddisfi i criteri, denota una probabilità di recupero o di compensazione di eventuali deficit in presenza di alcuni fattori protettivi.

Scritto da

Giancarlo Stefanino

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