La capacità genitoriale rappresenta il risultato del passaggio da un generico concetto di ‘idoneità genitoriale’, che definisce un individuo idoneo a prendersi cura, alla specifica contestualizzazione, ovvero individuo non solo adatto ma capace di fare il genitore di quel figlio in quel contesto. La valutazione della capacità genitoriale è un’attività diagnostica che riguarda due versanti: genitori e bambino e la loro relazione. Questo tipo di valutazione è solitamente richiesto in contesti come casi di affidamento dei minori, adozione, custodia condivisa o casi di abuso o maltrattamento infantile.
I criteri presenti in letteratura per la valutazione della genitorialità riguardano i concetti di Parenting e di funzione genitoriale, ovvero, lo studio delle abilità cognitive, emotive e relazionali alla base di tali funzioni.
Il Parenting può essere definito come l'insieme di comportamenti, strategie educative, modelli di relazione e influenze culturali e sociali che i genitori utilizzano per guidare e formare i loro figli. È un processo dinamico e in continua evoluzione che si adatta alle esigenze e alle caratteristiche individuali dei bambini, nonché ai valori culturali e sociali.
Bornstein classifica il Parenting come una competenza articolata su tre livelli.
Il processo di Parenting per Bornstein è dunque bidirezionale: l'interazione tra genitori e figli è reciprocamente influenzata. I genitori influenzano lo sviluppo dei loro figli, ma allo stesso tempo sono influenzati dalle risposte e dalle caratteristiche dei propri figli. Questo modello sfida l'idea tradizionale di Parenting come unidirezionale, in cui i genitori agiscono principalmente come agenti di socializzazione per i loro figli. Inoltre è un processo che considera il contesto sociale, culturale ed economico in cui si verifica, per cui non esiste un unico concetto di Parenting ma è necessario adottare un approccio personalizzato.
Le funzioni genitoriali si riferiscono a una serie di ruoli e compiti che i genitori svolgono per fornire cura, sostegno e orientamento ai propri figli. Queste funzioni sono fondamentali per il benessere e lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti. Secondo una visione dinamico-evolutiva la genitorialità è definita come una funzione autonoma e processuale dell'essere umano, che può variare e plasmarsi in base a diversi fattori culturali, sociali ed economici. Generalmente questa competenza comprende alcuni compiti specifici.
Diversi studi presenti in letteratura hanno evidenziato come esistano alcune caratteristiche afferenti al genitore, al bambino e al contesto che sono in grado di influenzare il corretto esercizio del ruolo parentale. Questi fattori richiedono particolare attenzione nella valutazione della capacità genitoriale perché possono produrre sia effetti negativi (fattori di rischio) che positivi (protettivi) e generalmente non sono statici, ma modificabili nel tempo.
Tra le caratteristiche del genitore che necessitano un’attenta valutazione vi sono l’età, la personalità, la salute fisica e mentale, comportamenti devianti e utilizzo di sostanze.
Gli aspetti del bambino da valutare sono l’età (correlata a specifici bisogni evolutivi), il temperamento infantile e la personalità, la salute psichica e fisica e comportamenti problematici.
Infine, il contesto esercita un impatto sulla genitorialità in riferimento allo status socioeconomico, al clima familiare e alle figure di supporto.
Ogni caratteristica nell’interazione tra genitore, bambino e contesto ha un impatto specifico differente, sia in termini positivi che negativi. Il peso di una singola caratteristica può essere talmente rilevante che tale caratteristica da sola può produrre un effetto negativo che non riesce ad essere compensato in maniera efficace da nessun fattore positivo presente.
La letteratura moderna fornisce quattro criteri di valutazione generali da cui iniziare un'analisi. Verificare se quel genitore con quel figlio in quel contesto:
Partendo da questi criteri generali, il modello Process-Oriented si occupa della valutazione genitoriale individuando eventuali situazioni di rischio per il bambino. Il modello valorizza i fattori individuali (biologici, genetici, psicologici), i fattori familiari e sociali, i fattori culturali e ambientali e le loro reciproche interazioni riguardo al funzionamento genitoriale. Non può essere corretta una valutazione del funzionamento genitoriale basato su un'unica dimensione.
L’adattamento è garantito quando vi è prevalenza di fattori protettivi che possano contrastare i fattori di rischio derivanti da stress e difficoltà dei genitori, consentendo a quest'ultimi di rispondere adeguatamente alle esigenze connesse alla crescita dei figli. Nell'adattamento disfunzionale coesistono fattori protettivi e di rischio, o peggio quest'ultimi sono prevalenti. Il rapporto di causalità lineare tra rischio e mancato adattamento è dunque superato, inserendo l’aspetto dinamico dei fattori protettivi che possono ridurre l’impatto di quelli negativi.
Oltre ad individuare queste caratteristiche, viene introdotto nel processo di valutazione il concetto di resilienza, inteso come processo in cui i fattori protettivi si attivano, diventando parte di un processo compensatorio che serve a promuovere l’adattamento. Per approfondire i fattori di rischio e i fattori protettivi viene utilizzato il costrutto di fattori distali e prossimali (Baldwin e al. 1990). I fattori di rischio distali riguardano quelle caratteristiche sociali e culturali che interagiscono indirettamente con le situazioni della vita quotidiana e che provocano fragilità e debolezze, rendendo le famiglie e i genitori più vulnerabili. I fattori prossimali emergono dall’esperienza diretta e quotidiana, sono di tipo cognitivo, relazionale ed emotivo, e possono avere un influenza sia positiva che negativa.
Integrando i criteri generali con il modello Process-Oriented la capacità genitoriale può essere considerata piena, esclusa o condizionata. Sarà "piena" quando i fattori protettivi sono prevalenti, dunque la genitorialità soddisfa tutti i criteri generali. Va considerata "esclusa" quando uno o più criteri sono insoddisfatti, la prevalenza di fattori di rischio rende improbabile il cambiamento e i fattori protettivi non riescono a compensare. Infine, è "condizionata" la capacità genitoriale che nonostante non soddisfi i criteri, denota una probabilità di recupero o di compensazione di eventuali deficit in presenza di alcuni fattori protettivi.