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#BeatPlasticPollution

di Alessandra Dondi05/06/23
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Tempo di lettura 5 minuti
Foto di Naja Bertolt Jensen, Unsplash

Il 5 giugno ricorre la Giornata mondiale dell’Ambiente, istituita dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) nel 1973 al fine di mettere sotto i riflettori le sfide ambientali che bisogna affrontare per il futuro del pianeta.

La prima conferenza internazionale sull’Ambiente si tenne a Rio de Janeiro nel 1992 e terminò con l’approvazione della Dichiarazione di Rio (Dichiarazione di Rio, 1992):

  • Gli esseri umani sono al centro delle preoccupazioni per lo sviluppo sostenibile. Hanno diritto a una vita sana e produttiva in armonia con la natura”.
  • Gli Stati hanno (...) il diritto sovrano di sfruttare le proprie risorse (...) e la responsabilità di (...) non causare danni all'ambiente di altri Stati o di aree al di fuori dei limiti della giurisdizione nazionale”.
  • Il diritto allo sviluppo deve essere realizzato in modo da soddisfare equamente i bisogni di sviluppo e ambientali delle generazioni presenti e future”.

La Dichiarazione fu anche il risultato del lavoro svolto nel decennio precedente sullo Sviluppo Sostenibile, termine presentato per la prima volta nel Rapporto Bruntland (1987):

"Gli Stati devono conservare e utilizzare l'ambiente e le risorse naturali a beneficio delle generazioni presenti e future" (ONU; Rapporto Bruntland, 1987).

Da allora la questione ambientale è diventata sempre più centrale nelle agende politiche nazionali e internazionali.

Stando ai dati della World Values Survey, un programma di ricerca internazionale che studia il cambiamento nei valori sociali, politici, economici, religiosi e culturali dei cittadini mondiali, il 62% degli intervistati nel 2022 sosteneva la necessità di proteggere l’ambiente anche a scapito della crescita economica (36%) (Haerpfer et al., 2017-2022).

Ciononostante, i governi non sembrano pronti a intraprendere delle azioni “drastiche” per ridurre l’impatto ambientale: ne sono esempi la decisione di alcuni Paesi europei di riaprire centrali a carbone precedentemente dismesse a causa dell’invasione Russa dell’Ucraina (decisione probabilmente evitabile se nei decenni passati si fosse investito maggiormente sulle rinnovabili), la continua estrazione di shale gas e oil da parte degli Stati Uniti (tra i principali fornitori di risorse energetiche per l’Europa), nonostante tale processo si estremamente dannoso per l’ambiente, e la scelta dei governi italiani di continuare a investire sull’estrazione di fonti fossili.

È ormai chiaro che il nostro modello di sviluppo non sia sostenibile per l’ambiente ma che, al contrario, stia solo aumentando la crisi climatica. Non a caso l’Earth Overshoot Day, la data in cui l’umanità termina la risorse naturali disponibili per l’anno corrente, sottraendole agli anni successivi, sta cadendo sempre prima[1].

Sfruttamento intensivo del suolo e cementificazione, inquinamento dell’aria ed emissioni elevate di gas serra di origine antropica (produzione energetica/industriale e crescita economica, spostamenti umani, …) – con le relative ripercussioni sulla salute umana, sono solo quattro punti della lunga lista che elenca le cause del cambiamento climatico.

Tra le principali sfide che dobbiamo affrontare vi è l’inquinamento da plastiche e microplastiche, tema scelto dall’UNEP per il cinquantesimo anniversario della Giornata Mondiale per l’Ambiente.

Ogni anno vengono prodotte 450 milioni di tonnellate di plastica, di cui 8 milioni finiscono in mare come rifiuti (WWF, 2023). Mike Berners-Lee, Professore di ecologia alla Università di Lancaster, scrive nel suo libro “No Planet B, guida pratica per salvare il nostro mondo” che “se tutta questa plastica [rifiuti di plastica abbandonati tra suolo e mare] fosse in forma di cellophane, sarebbe sufficiente ad avvolgere l’intero pianeta per 1,33 volte. [..] In altre parole, ne avanzerebbe a sufficienza per stendere un doppio strato sulle terre emerse o per avvolgere quattro volte anche la Luna” (Berners-Lee, 2020).

Non deve meravigliare dunque se la più grande isola di plastica al mondo (Great Pacific garbage Patch) ha ormai raggiunto le dimensioni della Penisola iberica.

Quali soluzioni?

 

Fonte: United Nations Environmental Programme, World Environment Day 2023; "UNEP's Executive Director outilnes ways everyone can #beatplasticpollution on this #worldenvironmentday".

Tutti noi possiamo svolgere la nostra parte per tutelare l’ambiente cambiando i nostri stili di vita.

Alcuni “Ecotips” proposti da WWF:

  • Sostituire le bottiglie di plastica con borracce e bottiglie di vetro; preferire l’acqua del rubinetto, magari installando un filtro (è controllata più frequentemente rispetto a quella in bottiglia) e utilizzare i gasatori per rendere l’acqua frizzante; preferire gli imballaggi in tetrapack o in bioplastica (da riciclare nell’umido) ed evitare, dove possibile, l’uso di plastica monouso;
  • Scegliere prodotti per la cura della persona che non contengono derivati della plastica, come Octocrylene, Ossibenzone, Benzofenone, Butylparaben o Canfora (3-benzylidiene camphor, 4-methylbenzylidene camphor): sono tutte sostanze dannose per coralli e altri organismi marini! Prestare attenzione anche alla presenza di “squalene” in cosmetici e integratori alimentari: si tratta di una sostanza idratante e lenitiva che viene estratta dal fegato dello squalo. Il WWF sottolinea che questo materiale può essere ottenuto anche dalla fermentazione degli zuccheri, ma l’INCI del prodotto non indica ancora quale sia la derivazione dello squalene. Preferire prodotti per l’igiene peronale (assorbenti, spazzolini, pettini) ecologici e non monouso (come i rasoi).
  • Evitare ciò che contiene glitter (prodotti per il corpo, cosmetici, cartoleria, …): si tratta di pezzi di plastica che vengono dispersi nell’ambiente (o assorbiti dalla pelle, senza che siano chiare le conseguenze per la salute umana) e difficilmente possono essere puliti.
  • Attenzione alla composizione dei vestiti: poliestere, poliammide/nylon, acrilico, elastane in realtà sono plastica! Rilasciano microplastiche a ogni lavaggio, per cui tergere i capi a basse temperature aiuta a preservare i tessuti e rilasciare meno microplastiche.

#BeatPlasticPollution

[1] Consiglio di visualizzare i grafici ai seguenti link:
cadenza degli scorsi Earth Overshoot Days: https://www.overshootday.org/newsroom/past-earth-overshoot-days/
rapporto impronta ecologica/biocapacità: https://data.footprintnetwork.org/#/countryTrends?cn=5001&type=BCtot,EFCtot

 

Riferimenti bibliografici:

«About Earth Overshoot Day - #MoveTheDate of Earth Overshoot Day». Earth Overshoot Day, https://www.overshootday.org/about-earth-overshoot-day/. Consultato 3 giugno 2023.

Berners-Lee, M. (2020). No Planet B, guida pratica per salvare il nostro mondo. Milano: Il Saggiatore.

«Ecotips Archive». WWF Italia, https://www.wwf.it/cosa-puoi-fare-tu/ecotips/. Consultato 3 giugno 2023.

Environment, U. N. «UNEP - UN Environment Programme». UNEP - UN Environment Programme, http://www.unep.org/node. Consultato 3 giugno 2023.

Isole di Plastica: ecco le sei più grandi al mondo. https://www.savetheplanet.green/isole-di-plastica-ecco-le-sei-piu-grandi-al-mondo. Consultato 3 giugno 2023.

Haerpfer, C., Inglehart, R., Moreno, A., Welzel, C., Kizilova, K., Diez-Medrano J., M. Lagos, P. Norris, E. Ponarin & B. Puranen (eds.). 2022. World Values Survey: Round Seven - Country-Pooled Datafile Version 5.0. Madrid, Spain & Vienna, Austria: JD Systems Institute & WVSA Secretariat. doi:10.14281/18241.20

Open Data Platform. https://data.footprintnetwork.org/#/countryTrends?cn=5001&type=BCtot,EFCtot. Consultato 3 giugno 2023.

«Past Earth Overshoot Days - #MoveTheDate of Earth Overshoot Day». Earth Overshoot Day, https://www.overshootday.org/newsroom/past-earth-overshoot-days/. Consultato 3 giugno 2023.

UNEPs Executive Director outlines ways everyone can #beatplasticpollution this #worldenvironmentday. Consultato 3 giugno 2023.

World Environment Day. https://www.worldenvironmentday.global/.

 

Foto di Naja Bertolt Jensen, Unsplash

Scritto da

Alessandra Dondi

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