Con un po’ di ritardo ho visto il film su Elvis nei giorni scorsi. Bel film, trama interessante, storia chiaramente affascinante, ma non è di questo che voglio parlare. Ad un certo punto il protagonista, Elvis - interpretato da Austin Butler - canta un pezzo molto famoso che mi strappa un sorriso. Il brano in questione è Tutti frutti. Non è la prima volta che lo ascolto, ma forse è la prima volta che mi soffermo un po’ sul testo e sulle poche cose che la mia conoscenza B2 dell’inglese mi permette di comprendere.
Decido di documentarmi.
Scritta da Little Richards e Dorothy LaBostrie, a metà degli anni 50, cantata inizialmente dallo stesso Richards e poi portata al massimo del successo da E.P.
Ci sono due pilastri che sorreggono il brano in termini testuali: il primo è il “Wop bop a loo bop a lop bom bom!”, che viene cantato imitando la batteria, innovazione ritmica del periodo, il secondo invece riguarda il titolo e il motivo ricorrente di tutta la canzone: Tutti frutti. Proprio Dorothy LaBostrie dichiarò di aver pensato al nome, ispirata dal nuovo gusto di gelato presente nel chiosco vicino casa sua. Tutti frutti è a base di frutta, un mix probabilmente.
Vi chiederete a questo punto il perché di un articolo sulla frutta nel gelato, ma in realtà come sempre, dietro alla superficie apparente delle cose, si cela un universo implacabile di vitalità e gli Stati Uniti sono l’emblema di tutto questo. Sì, perché hanno condensato in un secolo, tutta la storia possibile e immaginabile. La storia americana si presenta come la stratificazione di molteplici eventi totalmente differenti tra loro, pubblici, privati, di portata mondiale o circoscritti ad una piccola cittadina sperduta dell'Indiana. Eventi che intersecano le tecnologie più avanzate del nuovo millennio e il velo patinato degli anni ‘80. La stessa stratificazione di questo articolo, che parla di un film e di una canzone e del più famoso cantante di tutti i tempi e della storia degli Stati Uniti, ma che ancora di più tratta il tema dell'Obversione, del doppio capovolgimento. Tinte sbiadite e risoluzione massima, storie di manager e giochi da tavolo, di canzoni meravigliose e di vicende buie, strane cose insomma, in un mondo capovolto.