Logo Educare alla Bellezza
Logo TRaMe

Scegli di scegliere: per un’Europa che ci rappresenti davvero 

di Michela Belcore30/05/24
Categoria: Tag: , , , , ,
Tempo di lettura 3 minuti
Foto di Markus Spiske su Unsplash

Nella bustina di tè di oggi, giovedì 30 maggio, mi piacerebbe ragionare insieme sulle imminenti elezioni europee: come sicuramente saprete 6 al 9 giugno, come ogni 5 anni, i cittadini possono esprimere il loro voto per rinnovare i rappresentanti del Parlamento europeo.

Il focus di questo mio contributo vorrebbe commentare il dato che registra l’astensione dei giovani tra i 18 e i 35, coloro che per l’opinione pubblica, hanno poca voglia di lavorare e di impegnarsi, sottovalutano la necessità del sacrificio e dimenticano i valori importanti.

Quello che però non si dice, è che i sondaggi rivelano che 76% dei giovani si scopre europeista e più sensibile a temi dell'Agenda 2030, come la sostenibilità, l’inclusione e l’accoglienza.

Questo accade anche perché la composizione degli organi ha al suo interno una netta minoranza di under 30 che in Italia rappresentano l’1% che dovrebbe rappresentare 8,85 mln di giovani, l’elettorato potenziale.

Ci stupisce che, in un sistema così, 1,5mln di giovani decidano di trasferirsi all’estero?

Degli insoddisfatti, chi non si trasferisce però, trova ugualmente il modo di astenersi.

Facendo un piccolo recap delle precedenti elezioni, ci ricordiamo che nel 2014 in cui si reca alle urne solo il 42% degli aventi diritto; mentre nel 2019 ha votato poco più del 50% della popolazione: un dato basso nella media nazionale ma abbastanza alto in quella europee. 

Un ipotesi che mi ronza in testa è che l’astensione avvenga sì per numerose ragioni, ma l’impressione è che dipenda dall’idea distorta di politica che, alcune generazioni di adulti riflettono sulle scelte dei giovani: un hobby al pari di sport, musica e lettura.

In realtà, tutti sanno che la politica è molto più di questo, e per questo, dovrebbe interessare perché influenza le vite di chiunque, allo stesso modo di come ci tutela l'ordinamento europeo.

Un esempio scherzoso per spiegare il dilemma provo a costruirlo sul dilemma che implica la scelta di un ristorante in cui andare con la propria comitiva: sushi o pizza? Anche ammettendo l’ipotesi che nel gruppo siano presenti componenti a cui potrebbero andare bene entrambe le soluzioni, ha comunque senso esprimere una preferenza: perché? In primo luogo, segnalando lo scontento, la minoranza potrebbe far valere la propria scelta in un momento successivo, e secondo, se hai amor proprio e preferisci la pizza, ma ogni fine settimana finisci al sushi, forse - estremizzando un po’ - ti ritroverai a scegliere di uscire a cena un po’ meno spesso con la tua comitiva.

Ecco che arrivo al punto, credo che i giovani stiano facendo questo: non riconoscendo una netta preferenza tra le due opzioni, una parte si adegua alle scelte della maggioranze, sondando il terreno poco prima per votare il meno peggio, e un’altra invece evita del tutto la suddetta situazione.

Uscendo da questo esempio più banale e articolato del previsto, dovremmo evitare i tanti pregiudizi che colpiscono i giovani, che ormai preferiscono non essere neppure più presenti quando si parla di loro; ma non sarebbe più semplice, o almeno più giusto, prendere la parola? Anche solo esercitando il proprio diritto-dovere al voto.

E’ illusoria la sensazione per cui, le decisioni collettive siano scisse da quelle di vita personali: l’unica strada per riappropiarcene è partecipare, non possiamo più lasciare che altri decidano per noi.

Siccome, si dice che i giovani siano il futuro, quando pensiamo di potercene fare carico? Almeno per quello che ci spetta?

E’ anche vero che lo sforzo non può essere unidirezionale: la politica deve riconoscereci come soggetti, coinvolgerci e ricominciare ad ascoltarci, a capirci e a tutelarci, ma questo lo può fare solo se siamo noi, in prima istanza a farci avanti. 

Credo che sia necessario stabilire, soprattutto per quella fetta di elettorato, un dialogo che implichi l’ascolto attivo e lo scambio reciproco. 

Come suggerisce Virginia, questo potrebbe risolversi anche inserendo un’ora di Educazione europea nelle scuola secondaria, oppure inserendo la possibilità di accedere all’Erasmus anche alle superiori.

Per l’ispirazione a questo contributo ringrazio Virginia Volpi, scrittrice e amica che con il suo libro: “Cos’è per te l’Europa?”, ha accresciuto curiosità e interesse per il tema e credo che possa funzionare molto bene da apripista, da memo e allo stesso tempo da approfondimento perché ci costringe a fare i conti con una serie di riflessioni oggi necessarie più che mai.

Un ulteriore consiglio, è quello di seguire il lavoro che @flaviacarlini fa quotidianamente, nella vita e su Instagram: in questo periodo sta spiegando in maniera semplice ma non banale, tutti i programmi dei partiti candidati.

Spero che questo contributo possa farvi abbandonare le circostanze in cui vi siete ritrovati europei solo un po’ per caso, per imboccare la strada in cui tutti dovrebbero una scelta consapevole.

Come al solito vi ringrazio per avermi tenuto compagnia anche oggi, un abbraccio e alla prossima.

Scritto da

Michela Belcore

Altri articoli di Michela Belcore

#EdaB

Copyright © 2024 - Tutti i diritti sono riservati

crossmenu linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram