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Tinder: è davvero il posto sbagliato per trovare l’amore?

di Michela Belcore27/10/23
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Tempo di lettura 4 minuti

Con la bustina del tè di oggi, venerdì 27 ottobre, proviamo un po’ a uscire dai soliti schemi, parlando di un argomento che fino a qualche anno fa era ancora un tabù ma che oggi è più discusso: le app di dating online.

In un mondo iperconnesso anche l'amore nasce se hai una connessione: Tinder è la soluzione per orientarci meglio nel nostro modo moderno di relazionarci?

Nei mesi passati, grazie al percorso di studi che sto affrontando, ho avuto la fortuna di poter condurre una mini ricerca su Tinder e intervistare alcune delle 80 milioni delle persone che lo utilizzano nei 190 paesi in cui è disponibile, per capire cosa c’è dietro questa piattaforma di incontri online.

E’ così che, un po’ per curiosità, ho deciso di scaricarla, per capire come funziona e selezionare il mio campione da intervistare (spoiler non ha funzionato, quindi ho dovuto modificare la strategia).

Dopo circa otto mesi, due di interviste e sei di utilizzo e osservazione partecipante, ho incontrato diversi utenti con dei veri e propri "Tinder date", ed è per questo che ho deciso di condividere con voi qualcuna delle riflessioni che ne sono seguite.

Le app di dating, al giorno d'oggi, sono davvero importanti, infatti nelle interviste è venuto fuori che molti utenti, non riescono più a conoscere le persone in maniera fluida nel mondo reale. Questo fa riflettere in quanto, le relazioni umane che si creano tramite le due modalità, dalla maggioranza sono percepite, per certi versi, di pari intensità, anche se i pregiudizi iniziali ne modificano il valore a primo impatto.

La mia diffidenza verso questi strumenti è venuta meno quando ho iniziato a far caso a quante delle relazioni solide e riuscite che mi circondano, in realtà provengano da una delle principali app di dating (attualmente il 27% dei matrimoni). 

Come avrete capito, ho scelto di concentrarmi su Tinder (sebbene abbia provato quasi tutte quelle disponibili in Italia), perché mi è sembrata la più diffusa e la più completa.

La neonata Bumble conta 50 milioni di iscritte/i e Hinge circa 23 milioni.

Il target che ho selezionato per comodità è rappresentato da utenti tra i 22 e i 35 anni (l'età media è 26 anni) di entrambi i sessi.

In un primo momento, nel suo utilizzo, ricorda molto la logica dei social come Tik Tok e Instagram (vagamente per la parte delle storie con il meccanismo dello swipe), infatti potresti restarci dentro delle ore e non accorgertene: crea una sorta di dipendenza (mi è successo qualche pomeriggio, ben oltre i 35 minuti medi di utilizzo quotidiano).

E' venuto fuori che la cura nella creazione del profilo può andare da un tempo minimo di 15 minuti, nel momento stesso in cui si scarica l'applicazione e ci si iscrive a un massimo di 3 ore, magari a più riprese nell’arco del periodo di utilizzo.

La maggior parte delle/gli intervistate/i utilizza l’app principalmente quando non investe tempo in una relazione "seria", tuttavia, una piccolissima parte ha ammesso che in passato è stata iscritta anche durante una relazione stabile e duratura.

Il 50% delle/gli iscritte/i afferma di star cercando una relazione seria, il 20% cerca qualcosa di occasionale e il 30% cerca un incontro con cui prendere decisioni flessibili.

Un dato piuttosto comune è riscontrabile anche nella frequenza o modalità di utilizzo, o meglio, è più facile che gli utenti che lo hanno avuto in passato, tendono ad installarlo di nuovo, facendo passare periodi di completo inutilizzo a periodi molto “caldi”.

Esiste una differenza nell'utilizzo legata al genere, ed è nell'attenzione con cui si seleziona la persona a cui mettere like: le ragazze sono più puntigliose, leggano le biografie e guardano gli interessi; i ragazzi decidono nel tempo di qualche foto, facendo poco caso al resto del profilo, con l’unica eccezione della distanza che, per loro, è un criterio  molto importante visto che tendono a portare più facilmente una conoscenza dalla chat al mondo reale, rispetto alla controparte femminile che spesso lo reputa rischioso.

Inoltre proprio perché spesso sono i ragazzi a finire i like giornalieri, è venuto fuori che sono più frequentemente loro, e in maniera incrementale, ad acquistare alcuni dei servizi offerti (il 14%) dall’applicazione: il dato non sorprende se si analizza la platea di iscritti, solo il 24% appartengono al genere femminile (situazione analoga in quasi tutti i 190 paesi in cui è scaricabile).

La segregazione per genere è palesata dai dati recenti mostrano che un uomo ottiene 1 match ogni 40 like, le donne 1 ogni 2.

Insieme ai motivi classici e più gettonati per cui ci si iscrive, come la ricerca di una relazione, di sesso occasionale o anche semplicemente per noia, ci sono motivazioni molto meno convenzionali. Tra queste ho riscontrato che qualche iscritta/o cerca una camera in affitto, qualche consiglio su dove andare a bere o a mangiare, oppure sui posti da visitare, film e musica da ascoltare o ancora, chi vuole compagnia per svolgere tutte quelle attività che di norma non si è soliti condividere con le/gli amiche/i di tutti giorni: in effetti, è stato interessante scoprire quanto sia una passione in comune a smuovere, giovani e giovanissime, a iscriversi.

Una delle domande che mi è piaciuto di più fare è stata quella che indagava se l'intervistata/o la consiglierebbe ad amiche/i, perché tendenzialmente, alle persone a cui si vuole bene, si tende a consigliare il meglio, e la risposta, come ci si potrebbe aspettare, è stata sempre che dipende da cosa cerca la persona a cui lo si vuole consigliare. Se questa persona cerca divertimento, allora Tinder è il posto giusto, le relazioni serie sono tutt'ora percepite come incidenti di percorso, eccezioni alla regola della one night stand. Tutto sommato il parere sull'utilizzo resta positivo anche perché la maggior parte tende ad attivare e a disattivare il proprio account a seconda del mood e del bisogno del momento.

Tinder, in effetti, ci fornisce la possibilità di conoscere persone nuove in maniera semplice e ha ereditato il nostro modo di relazionarci trasformandolo.

Personalmente. non mi sento di sconsigliarlo a priori, secondo me, un tentativo se non lo hai ancora fatto, potresti farlo anche tu.

Ringraziandovi per avermi tenuto compagnia anche oggi, vi saluto e ci risentiamo presto.

 

Scritto da

Michela Belcore

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